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Con questa piccola ma significativa rubrica, sul quotidiano il Ticino, affronto diversi temi senza l’obiettivo di dare “la risposta giusta” ad ogni tema trattato, ma portando all’attenzione dei lettori le domande concrete che rappresentano, quelle sì, le situazioni reali che tanti giovani vivono nella loro quotidianità.
“Mio figlio adolescente è entrato in una banda”, le preoccupazioni di un genitore.
Come affrontare la situazione?

Buongiorno dottore, i carabinieri mi hanno convocato in caserma per comunicarmi che mio figlio appartiene ad una “banda” ed è coinvolto in alcuni piccoli reati. Cosa succede nel cervello di questi adolescenti? Cosa abbiamo fatto, quali sono le nostre colpe? 

Affrontare la questione è sicuramente complesso e doloroso per ogni genitore. È importante riconoscere che non esiste una risposta unica e semplice poiché ogni situazione è diversa ed è influenzata da molteplici fattori come l’adolescenza, il cervello e l’attrazione delle bande. L’adolescenza è un periodo cruciale nello sviluppo dell’individuo, caratterizzato da significativi cambiamenti fisici, emotivi e sociali. Durante questa fase, gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili a influenze esterne e, in alcuni casi, possono essere attratti da gruppi come le bande giovanili. Questo fenomeno, purtroppo diffuso, ha radici complesse che affondano sia nel contesto socioeconomico sia nei meccanismi neurobiologici. 

IL CERVELLO ADOLESCENTE: VULNERABILITÀ E RICERCA DI APPARTENENZA 

Il cervello degli adolescenti è ancora in fase di sviluppo, e una delle aree chiave coinvolte nelle decisioni e nel comportamento sociale è la corteccia prefrontale. Questa regione del cervello, responsabile della pianificazione, del controllo degli impulsi e del giudizio, non è completamente matura fino ai venticinque anni circa. Al contrario, il sistema limbico, che include strutture come l’amigdala e il nucleus accumbens, (dal latino “nucleo adiacente al setto”) è altamente attivo durante l’adolescenza e gioca un ruolo fondamentale nella regolazione delle emozioni e nel circuito della ricompensa. 

La predominanza del sistema limbico rispetto alla corteccia prefrontale rende gli adolescenti particolarmente sensibili alle emozioni forti e alla ricerca di esperienze gratificanti. Questo squilibrio può portare a una maggiore impulsività e a una diminuita capacità di valutare le conseguenze a lungo termine delle proprie azioni. 

IL RUOLO DEL NUCLEUS ACCUMBENS E DEL SISTEMA LIMBICO 

Il nucleus accumbens è un’area cerebrale che gioca un ruolo centrale nella motivazione e nella percezione delle ricompense. Quando un adolescente entra a far parte di una banda, la sensazione di appartenenza e l’adrenalina derivante da attività rischiose possono attivare fortemente questo circuito, generando un potente senso di gratificazione. La ricerca di esperienze intense, tipica dell’adolescenza, trova così una valvola di sfogo in comportamenti devianti, amplificati dall’influenza del gruppo. 

Il nucleus accumbens è una componente fondamentale del circuito di ricompensa del cervello, influenzando fortemente la motivazione e il comportamento attraverso la modulazione della percezione del piacere e della gratificazione. La sua attivazione può spiegare perché gli adolescenti siano attratti da comportamenti rischiosi o antisociali, poiché questi possono fornire una stimolazione intensa e gratificante che è particolarmente potente durante questo periodo di sviluppo cerebrale. 

I BISOGNI PSICOLOGICI CHE SPINGONO VERSO UNA BANDA

Dietro la scelta di entrare a far parte di una banda possono esserci diversi bisogni insoddisfatti. Tra questi, i più comuni includono:

Bisogno di appartenenza: Gli adolescenti spesso si sentono isolati o non compresi nel loro ambiente familiare o scolastico. Le bande offrono un senso di comunità, una “famiglia” alternativa in cui si sentono accettati e supportati.

Ricerca di identità: L’adolescenza è il periodo in cui gli individui cercano di definire se stessi. Far parte di una banda può fornire un’identità chiara e un ruolo preciso, rispondendo alla necessità di autodefinirsi.

Bisogno di protezione: In contesti di marginalità o in ambienti caratterizzati da violenza e insicurezza, le bande possono apparire come una fonte di protezione contro minacce esterne.

Ricerca di status e riconoscimento: Far parte di una banda può offrire prestigio e rispetto all’interno del gruppo, soddisfacendo il bisogno di essere riconosciuti e apprezzati dagli altri.

Ricompense materiali: In alcuni casi, le bande offrono benefici economici attraverso attività illegali, attrattiva che può risultare particolarmente forte in contesti di povertà.

LE CONSEGUENZE DELLA SCELTA

Sebbene inizialmente l’adesione a una banda possa sembrare una soluzione ai propri problemi, le conseguenze a lungo termine sono spesso devastanti. Gli adolescenti coinvolti in bande sono più a rischio di sviluppare problemi legali, di abbandonare la scuola e di cadere vittime di violenze, sia come perpetratori che come bersagli. Inoltre, l’appartenenza a una banda spesso ostacola lo sviluppo di relazioni sane e comporta gravi ripercussioni sulla salute mentale, come l’aumento dell’ansia, della depressione e dei disturbi da stress posttraumatico.

CONCLUSIONE

Comprendere i motivi che spingono un adolescente ad entrare in una banda è fondamentale per sviluppare interventi efficaci. La soluzione non risiede solo nell’affrontare i sintomi (come la violenza o l’illegalità), ma nel rispondere ai bisogni psicologici profondi che portano a questa scelta. Offrire supporto, alternative positive di appartenenza e opportunità di crescita può fare la differenza nel prevenire che i giovani cadano preda di influenze pericolose. È compito della società, delle istituzioni educative e delle famiglie creare un ambiente che favorisca lo sviluppo positivo e che sappia accogliere e comprendere le fragilità degli adolescenti. Un aiuto che la scienza sta contribuendo, in questi casi è anche la TMS, la stimolazione magnetica transcranica (TMS) è una tecnica non invasiva che utilizza campi magnetici per stimolare specifiche aree del cervello. La TMS è principalmente utilizzata nel trattamento di disturbi psichiatrici come la depressione resistente ai trattamenti tradizionali. Recentemente, sono emerse ricerche che esplorano il potenziale uso della TMS per modulare il circuito di ricompensa, incluso il nucleus accumbens.