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Con questa piccola ma significativa rubrica, sul quotidiano il Ticino, affronto diversi temi senza l’obiettivo di dare “la risposta giusta” ad ogni tema trattato, ma portando all’attenzione dei lettori le domande concrete che rappresentano, quelle sì, le situazioni reali che tanti giovani vivono nella loro quotidianità.
Le grandi sfide per gli adolescenti e i loro genitori

“Caro Dottore, sono una mamma preoccupata per mia figlia adolescente che non studia, ho paura, si sente molto sola nonostante abbia delle amicizie, che però sembra pensino solo a curare le apparenze. Mia figlia è dipendente dal telefono, cosa posso fare?

“La tua preoccupazione è del tutto comprensibile. L’adolescenza è una fase delicata in cui il cervello, il corpo e le emozioni dei ragazzi sono in continua trasformazione. Comprendere i comportamenti di tua figlia è il primo passo per aiutarla a crescere in modo sano ed equilibrato. Entriamo più nel dettaglio per proporre alcune riflessioni basate su studi scientifici e pratiche educative efficaci”. 

L’importanza delle relazioni sociali e della pressione dei pari 

“Durante l’adolescenza, il bisogno di accettazione da parte dei coetanei diventa predominante. Gli studi neuroscientifici mostrano che le regioni del cervello responsabili per l’elaborazione delle ricompense sociali, come il ‘nucleus accumbens’, sono particolarmente attive in questa fase. Per questo motivo, gli adolescenti tendono a dare maggiore importanza a ciò che i loro amici pensano di loro, incluso l’aspetto fisico. È una risposta biologica naturale. 

Cosa puoi fare: cerca di capire chi sono i suoi amici e come la influenzano. Non criticare apertamente le sue amicizie, ma incoraggiala a frequentare persone con interessi più vari. Se possibile, coinvolgila in ambienti dove possa conoscere nuovi coetanei che condividano interessi più profondi, come gruppi sportivi, artistici o culturali. Proporre attività che stimolino competenze diverse può allargare i suoi orizzonti e farle scoprire nuove passioni”. 

Uso dello smartphone e impatto sul benessere mentale 

“Studi recenti hanno dimostrato che l’uso eccessivo del telefono, specialmente per attività legate ai social media, può aumentare il senso di isolamento e ridurre il benessere psicologico. Uno studio pubblicato su ‘JAMA Psychiatry’ ha trovato una correlazione tra l’uso intenso dello smartphone e sintomi di depressione e ansia negli adolescenti. Questo è spesso collegato al fenomeno del ‘confronto sociale’, che può rendere gli adolescenti insicuri e concentrati esclusivamente sull’aspetto esteriore. 

Cosa puoi fare: prova a stabilire limiti ragionevoli sull’uso dello smartphone, come ad esempio un massimo di ore giornaliere o momenti specifici in cui spegnere i dispositivi (come prima di dormire). Invece di proibire l’uso del telefono, che potrebbe creare conflitto, promuovere un uso più consapevole. Ad esempio, potresti suggerire l’utilizzo di app educative, o invitarla a partecipare a una sfida creativa o di apprendimento online”. 

Mancanza di interesse nello studio: alla ricerca di motivazioni 

più profonde 

“È molto comune per gli adolescenti perdere interesse nello studio, soprattutto quando non vedono un legame immediato con i loro interessi o obiettivi di vita. La motivazione intrinseca (cioè il piacere di fare qualcosa per interesse personale) è essenziale per un apprendimento significativo, come suggeriscono le teorie di motivazione. 

Cosa puoi fare. Cerca di capire cosa potrebbe appassionarla davvero. potresti farle esplorare discipline diverse o ambiti che non ha ancora considerato. Potrebbe essere utile associare lo studio a contesti più pratici, come laboratori o progetti che rispondono ai suoi interessi personali. Inoltre, fare leva su modelli di ruolo positivi (persone che ammirano e che sono riuscite a conciliare successo scolastico e realizzazione personale) può ispirarla”. 

Solitudine emotiva in mezzo agli altri: 

il paradosso adolescenziale 

“Nonostante possa avere delle amiche, tua figlia potrebbe sembrare sola. Molti adolescenti attraversano un periodo di ‘solitudine esistenziale’, in cui si sentono incomprese anche in mezzo agli amici. Questo potrebbe derivare da una mancanza di connessione emotiva o dalla percezione che le interazioni siano superficiali. 

Cosa puoi fare: cerca di rafforzare il legame emotivo tra voi. Nonostante possa sembrare distante, è fondamentale che tu rimanga una presenza stabile e accogliente nella sua vita. Dedica del tempo a fare qualcosa insieme che possa piacere a entrambi, senza forzare conversazioni profonde. Le piccole interazioni quotidiane possono aiutarla a sentirsi meno sola e a percepire un supporto autentico”. 

Fattori psicologici: ansia, autostima e pressione sociale 

“Molti adolescenti soffrono di una bassa autostima, che si manifesta attraverso la necessità di conformarsi a standard sociali e di bellezza. La dipendenza dall’aspetto esteriore e il confronto con gli altri potrebbero nascondere un senso di inadeguatezza o insicurezza. Le ricerche indicano che la scarsa autostima è spesso collegata a prestazioni scolastiche inferiori e un generale disinteresse per attività che richiedono sforzo e concentrazione. 

Cosa puoi fare: se noti che il problema persiste o che ci sono segnali di disagio emotivo più profondo, potrebbe essere utile coinvolgere uno specialista, come uno psicologo, per valutare eventuali difficoltà interne. La psicoterapia è particolarmente efficace nel migliorare la percezione di sé e nell’aiutare i giovani a sviluppare una mentalità più resiliente di fronte alle pressioni sociali”. 

Conclusione 

“L’adolescenza può essere una sfida per tua figlia, ma anche per te come genitore. Ciò che conta è il sostegno emotivo, la guida costante e la capacità di creare un ambiente dove possa esplorare i propri interessi e sviluppare una maggiore consapevolezza di sé. Con il tempo, con il giusto supporto e con la tua pazienza, potrà trovare un equilibrio tra le sue passioni, il benessere sociale e lo studio”.