
Negli ultimi anni, il fenomeno della criminalità minorile ha subito un’evoluzione preoccupante. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, i reati commessi da minori sono aumentati dell’11% rispetto al 2019. Un’analisi più dettagliata mostra che, tra il 2010 e il 2015, le segnalazioni di furto da parte di minori sono cresciute del 17%, per poi diminuire dello stesso valore tra il 2016 e il 2022. Parallelamente, le violazioni legate agli stupefacenti sono aumentate del 12% fino al 2015, per poi ridursi del 17% nel periodo successivo. Nonostante ciò, la natura di alcuni crimini è diventata più violenta, con un calo dell’età in cui si commette il primo reato. Dati più recenti indicano che nel 2023 sono stati registrati quasi 7.000 reati a danno di minori, con una media di 19 al giorno, segnando un aumento del 34% rispetto al 2012. Tra questi reati, i maltrattamenti in famiglia hanno registrato un incremento significativo, mentre le vittime di crimini sessuali sono prevalentemente bambine e ragazze. Inoltre, la criminalità minorile continua a essere caratterizzata da reati contro il patrimonio, come furto e rapina, con una prevalenza di violazioni legate alle sostanze stupefacenti. Tuttavia, accanto a questi numeri, esiste una gioventù che lotta, sogna e lavora per un futuro migliore. Iniziative come il progetto “Rigenerazioni” hanno coinvolto circa 500 studenti in diversi atenei italiani, raccogliendo idee su temi chiave per il futuro del Paese. Inoltre, studi recenti indicano che i giovani vogliono un’Europa più accogliente e pacifica, con priorità su salute, istruzione e tutela ambientale. Il progetto “Attiva Giovani 2023-2026” della Regione Friuli Venezia Giulia offre percorsi di formazione orientati al lavoro e attività laboratoriali con metodi innovativi. Il “Movimento Giovani per Save the Children” ha mobilitato oltre 5.500 giovani attraverso gruppi cittadini in 15 città italiane, dimostrando un forte impegno verso il cambiamento sociale. Un esempio concreto di impegno nella prevenzione è rappresentato dalla Fondazione G. Costantino, che opera sia nelle scuole che nei propri centri. Ogni anno, la Fondazione prende in carico circa 90-100 bambini e adolescenti con i progetti Apprendi Meglio e Passo Dopo Passo, fornendo supporto educativo e psicologico per favorire un percorso di crescita sano e inclusivo. Questo lavoro di prevenzione mira a ridurre il rischio di dispersione scolastica e devianza giovanile, offrendo strumenti concreti per affrontare le difficoltà.
LA SCUOLA COME ANTIDOTO: NON SOLO NOZIONI, MA CURIOSITA’ E COINVOLGIMENTO
Di fronte a questi dati, emerge una necessità imprescindibile: fornire ai giovani strumenti educativi compatibili con il mondo che li circonda. L’istruzione non può e non deve limitarsi a un apprendimento nozionistico, ma deve diventare una palestra di crescita personale e culturale. La scuola, a tutti i livelli, dovrebbe essere il primo presidio contro la devianza, trasformandosi in un ambiente inclusivo e stimolante, capace di accendere la curiosità e di far sentire ogni studente parte di una comunità viva e solidale. Come? Attraverso una didattica che vada oltre i libri di testo per diventare esperienza. Il sapere deve trasformarsi in dialogo, discussione e coinvolgimento emozionale. Leggere un testo in classe non dovrebbe essere un esercizio sterile, ma un’opportunità per discuterlo, viverlo e interiorizzarlo. In questo modo, le materie scolastiche possono diventare strumenti di comprensione del mondo e non semplici nozioni da memorizzare per un voto. È vero che la scuola mette le basi per il futuro, ma è ancora più certo che bisogna lavorare sul qui ed ora con le esigenze, le emozioni e le capacità dell’oggi.
EMPATIA E COMUNITA’: UN NUOVO MODELLO DI SCUOLA
Se vogliamo costruire una scuola che sia davvero un’alternativa alla strada e alle sue derive, dobbiamo immaginare un percorso educativo basato sull’inclusione, sull’empatia e sulla valorizzazione delle unicità di ogni studente. Partire dai bisogni dei singoli significa creare un sistema scolastico flessibile, che non lasci indietro chi ha difficoltà e che offra strumenti adeguati per tutti.
Un crono-programma efficace potrebbe prevedere:
Metodologie didattiche interattive: laboratori esperienziali, dibattiti, attività pratiche che rendano la scuola un ambiente di crescita reale.
Educazione all’empatia: spazi di discussione per affrontare tematiche di vita reale, dal rispetto reciproco all’importanza della legalità.
Scuola come comunità: coinvolgimento di studenti, famiglie e territori per creare un ambiente di supporto reciproco.
Supporto psicologico e orientamento: servizi di ascolto per prevenire il disagio e aiutare i ragazzi a trovare la propria strada.
I genitori devono avere meno potere di delega nell’educazione dei figli ed entrare più in merito a un comportamento più consono da parte loro. Sono i primi punti di riferimento per i propri figli e devono assumersi la responsabilità educativa in maniera consapevole, ricordando sempre che troppa indulgenza non aiuta, ma rischia di cadere nella superficialità.
CONCLUSIONE
La scuola ha dimostrato negli anni di essere un pilastro fondamentale nella crescita e nell’educazione dei giovani, grazie al grande impegno degli insegnanti e agli sforzi quotidiani per restare al passo con le esigenze dei tempi. I dati dimostrano che il fenomeno della devianza minorile esiste, ma esiste anche un’ampia fascia di giovani che guarda al futuro con speranza e determinazione. Il lavoro svolto finora è prezioso e deve essere potenziato con strategie innovative e una maggiore collaborazione tra scuola, famiglia e comunità. Solo con un’educazione attenta, inclusiva e dinamica possiamo continuare a costruire un futuro migliore, dove ogni giovane abbia le opportunità e gli strumenti per realizzare il proprio potenziale.